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Ho lavorato per la nipote dell'amante del duce e non lo sapevo...

Ultimo Aggiornamento: 15/07/2017 12:46
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13/07/2017 19:39
 
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02/02/2014 09:30


Margherita Sarfatti, amica e confidente del Duce


Scrittrice di successo, è una delle figure femminili più importanti nella vita di Benito Mussolini



Margherita Sarfatti, amica e confidente del Duce



Una straordinaria mole di documenti provenienti dal suo 'archivio segreto' viene alla luce, svelando aspetti inediti e insospettabili




Margherita Sarfatti  è un personaggio interessante sotto il profilo culturale, per essere stata scrittrice di successo, nota soprattutto però per essere stata una delle amanti più 'longeve' di Benito Mussolini. Addirittura, per lo storico Roberto Festorazzi sarebbe 'la donna che creò Mussolini'. Festorazzi, che probabilmente è - a buon titolo - un grande estimatore della Sarfatti, si spinge però un po' troppo in là. Certamente Margherita Sarfatti è, nella vita di Mussolini, un personaggio che ha il suo peso. Dire che 'lo creò' è un  po' troppo.  Tuttavia è abbastanza interessante il lavoro di Festorazzi apparso di recente sul quotidiano Libero, a puntate, dal titolo 'Il Fascismo svelato'.


Lo speciale di Festorazzi è dedicato allo sterminato archivio della Sarfatti, acquisito dal Mart di Rovereto (Museo d'Arte Moderna e Contemporanea di trento e Rovereto) e composto di documenti inediti che attestano l'influenza sul Duce dell'intellettuale che condivise con lui il letto oltre che la politica. Festorazzi riferisce che questi documenti, acquisiti dal Mart nel 2009, sono stati di recente  riordinati e classificati. Non ci sono, però,  le lettere che Mussolini scrisse a Margherita, i cui eredi negano di sapere dove possano essere finite e che la stessa Sarfatti pare avesse intenzione di pubblicare nel '48.


Il materiale di cui Festorazzi fa un resoconto in anteprima è davvero moltissimo e, come sempre, qui bisognerà tentare di fare un ritratto operando di sintesi. Dunque cominceremo col dire che la Sarfatti, innanzitutto, è una scrittrice ed una fine intellettuale, che 'aveva accreditato - scrive ancora Festorazzi  - il nascente movimento delle camicie nere presso le élite nazionali'. 


Il 27 ottobre 1922 Mussolini è a teatro con lei, quando sente picchiare forte alla porta del suo palco. 'Direttore - dice un giovane redattore del Popolo d'Italia - hanno telefonato, l'azione è cominciata'. Mussolini è calmo, quando lascia la commedia francese a cui sta assistendo e dice alla Sarfatti: 'Ci siamo. Addio, signora'.


La Sarfatti fa una descrizione delle camicie nere che sfilano per Roma che merita di essere riportata: 'tra canti, gagliardetti e acclamazioni la fiumana allaga a ondate fitte, regolari, il bacino marmoreo di piazza del Popolo. Solo l'obelisco, che in Roma stessa è antico, emerge; ma gli scalini della base scompaiono nella marea di giovinezza. Alle quindici squillan le trombe, sventolano le insegne. Benito Mussolini si pone alla testa delle squadre, che sfilano incolonnate... innanzi alla salma del Milite Ignoto, in Piazza Venezia, piegando reverenti il ginocchio al simbolo del sacrificio  ... Il Re guarda il flutto delle camicie nere scorrere, scorrere instancabilmente, tripudiando alalà ...'.


Quando viene letteralmente messa alla porta da Mussolini, ha il buon gusto di non fare sceneggiate isteriche. Qualcuno chiederà a Quinto Navarra, usciere di Palazzo Venezia,  quale sia stato l'ordine  più sgradevole impartitogli dal Duce, e l'uomo risponderà prontamente : 'Quello di annunciare alla signora Margherita Sarfatti, dopo due ore di anticamera, che il Duce non l'avrebbe ricevuta'.


Ma Benito cambia idea facilmente e sono ben noti i suoi ritorni di fiamma e le sua 'divagazioni' intime, che tanto fanno infuriare Rachele.


Del 1925 è una vera e propria rarità letteraria quella di cui riferisce ancora Festorazzi nello speciale di Libero: 'la coppia di amanti ... escogitò un curioso passatempo, un vero e proprio 'divertissement' letterario ... iniziarono a redigere, a quattro mani, un 'elenco alfabetico di luoghi comuni' ...da giornalisti, ma ancor più in qualità di accaniti lettori di quotidiani, Margherita e Benito avevano  in uggia una quantità di banalità, di insulsaggini, di frasi fatte, di retoriche quanto bolse aggettivazioni, che avrebbero volentieri eliminato dalla faccia della terra'. Qualche esempio: 'la valle è di lagrime, la voce è argentina, la zitellona è inacidita', ma anche 'l'alalà è potente, i destini dell'Italia sono immancabili, il discorso del Duce è poderoso'. Tra i romanzi di Margherita, di sicuro interesse è 'Dux', proprio del 1925. Le curiosità che questi archivi così di recente tornati alla luce nascondono sono qualcosa di meraviglioso, la loro analisi è però destinata ad altra sede.


emoriconi@ilgiornaleditalia.org



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