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06/09/2017 19:28
 
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L'uomo/uovo Narciso?
Pubblicato da nadia cinque il Mer, 06/09/2017 - 18:28.

Mi hai fatto venire in mente le diverse versioni di Narciso, che in realta' ha ben diverse radici...ma miti/storie/leggende sono state create per mascherare le prime informazioni relative a questa pianta usata per raffigurare particolari essenze/credenze di quelle epoche antiche...E naturalmente tutto finisce sempre nello stesso punto ignorato da quasi tutti i ricercatori attuali e travisato dai ricercatori dorgati che usano promuovono droghe, senza pero' dirci quello che ci e' stato tenuto celato per millenni e ci raccontano solo la parte positiva/affascinante di queste ipotetiche divinita' od alleati utilizzati dai nostri capi spirituali che un tempo erano anche politici ed oggi penso siano solo falsamente divisi e mi chiedo quanto sia cambiata la situazione da migliaia di anni addietro...Promuovere l'uso delle droghe perche' tutti i nostri illuminati/profeti ne hanno fatto o ne fanno uso, senza voler sapere/capire andare oltre ma presentandole addirittura come strumenti per divenire una sorta di dio in terra, non mi sembra intelligente e chiunque e' drogato di droghe o culti della old/new age od accedato dalla fame di carriera/potere/denaro, non puo' fare vera/seria ricerca perche' la sua mente/anima sono controllate da quei fattori...

Narciso si specchia nell'acqua che riflette la sua immagine tremante con le onde o con il suono della sua voce???

E' quello che mi ha fatto venire in mente il tuo scritto e poi leggendo le diverse versioni della stessa storia che mascherava una vecchia storia percedente, sono saltate fuori altre informazioni che non mi hanno sopresa affatto..anzi..hanno solo affermato quello che gia' percepivo da me ma speravo non fosse vero e questa parziale conferma l'ho trovata grazie al tuo testo che mi ha stimolata a fare confronti con versioni del narciso precedente alle leggende che gli sono state affibbiate.....

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La pianta dei Piccoli Misteri che, stando alla documentazione pervenutaci, apparirebbe la più probabile fonte psicoattiva è il “bulbo invernale” del narciso. Nel prato di Persefone, il narciso è spesso insieme all’iris e al giglio. Sono tutte piante a bulbo la cui fioritura ha luogo all’inizio della primavera o anche nel tardo inverno, specie in climi temperati come quello della Grecia. Secondo Esichio, una varietà di narciso – oggi di difficile identificazione – era chiamata “fiore di Demetra” (Cassola, 1981: 468). Persefone fu rapita da Ade proprio mentre stava raccogliendo questi fiori e i Greci ritenevano che il termine narkissos originasse da narke, “torpore”, per via delle supposte virtù inebrianti del suo profumo.9 In generale, tutti i bulboi, le piante a bulbo, erano ritenuti dotati di potere afrodisiaco (Chirassi, 1968: 144). Ma Ruck propende per l’ipotesi che vede un fungo nell’enteogeno dei Piccoli Misteri, affermando che “taluni aspetti del simbolismo dionisiaco suggeriscono che il bulbo invernale possa esser stato una metafora o l’analogo di un’altra pianta che sembra spuntare repentinamente da un bulbo ovale seppellito nella terra fredda” (Ruck, in Wasson et al., 1978: 118), con palese riferimento all’Amanita muscaria. Nonostante la crescita invernale di questo fungo possa essere messa in dubbio, la sua conservazione, in seguito ad essiccazione, può renderlo disponibile in diversi momenti dell’anno. In Grecia la sua presenza, congiuntamente a quella della congenere A. pantherina – dotata di affini e ancor più potenti proprietà allucinogene – è stata registrata sotto boschi di conifere, faggio, castagno e quercia (Zervakis et al., 1998).

Nel 1984 Mark D. Merlin ha dato alle stampe un saggio sulla storia antica del papavero da oppio, avvalendosi principalmente dei dati archeologici. Dalle sue ricerche egli ha concluso che le origini dell’uso di questa pianta sono da ricercare nell’Europa centrale e che la pianta raggiunse la Grecia e altre regioni del Mediterraneo orientale durante l’Età del Bronzo Finale.

Nel capitolo che tratta la Grecia, a proposito dei Misteri Eleusini Merlin afferma che l’ipotesi ergotica non esclude che nel culto eleusino fosse impiegato anche l’oppio: “Penso che le spighe di cereale e le capsule di papavero da oppio tenute nelle mani o presenti nelle ghirlande delle raffigurazioni sia di Demetra che di sua figlia Persefone, non solo siano da intendere quali simboli del buon raccolto, bensì simboleggino anche l’esperienza stessa del culto” (Merlin, 1984: 228). Merlin si spinge oltre nell’associazione fra oppio ed ergot: questi avrebbero potuto essere presenti congiuntamente nella bevanda del ciceone, in quanto l’oppio possiede proprietà antidote all’avvelenamento con gli alcaloidi dell’ergot. In effetti, la papaverina, alcaloide dell’oppio, è considerata un efficace antidoto alle intossicazioni ergotiche, al pari dell’atropina presente nelle solanacee psicoattive.

Ariballo corinzio con raffigurazione di una figura femminile che tiene in mano una pianta di papavero da oppio e sta di fronte alle due dee eleusine Demetra e Core. Museo Nazionale d’Atene, cat. 287 (Callipolitis-Feytmans, 1970, fig. 7, p. 56)

L’ipotesi di una presenza dell’oppio nei riti eleusini non è da escludere. Raffigurazioni delle capsule di papavero da oppio, troppo spesso confuse con i frutti di melagrane, sono innumerevoli nell’arte religiosa minoica, greca e romana. E’ un emblema associato al culto della Dea Madre dell’Età del Bronzo, se non in periodi addirittura precedenti (neolitici), ovvero in quei culti da cui originarono i Misteri Eleusini e gli altri culti demetriaci dell’antichità classica. Accanto alla spiga di cereale, la capsula del papavero da oppio è l’emblema vegetale maggiormente rappresentato nelle raffigurazioni di Demetra.

Nel 1986, in un brillante saggio sui culti demetriaci, Sfameni Gasparro manifesta una certa difficoltà nell’accettare l’ipotesi enteogenica di Wasson e coll., affermando che un’eventuale ruolo dell’enteogeno “nel procurare uno status psicologico di esaltazione negli iniziati non esaurisce il significato storico-religioso del fenomeno misterico” (Sfameni Gasparro, 1986: 67, n. 144); una considerazione priva di grossi significati, in quanto ogni fattore o aspetto – pur essenziale – di un culto misterico non ne esaurisce mai il significato storico-religioso. La classicista italiana conclude frettolosamente la discussione dell’ipotesi enteogenica prendendo a dimostrazione della sua tesi un dato non veritiero: “in molti contesti iniziatici (..) intervengono talora cibi o bevande capaci di modificare temporaneamente lo stato mentale dei partecipanti, senza che la funzione e struttura del rito siano riconducibili a tale elemento” (ibid. 1986: 67, n. 144). E’ sufficiente osservare le mitologie e le cosmogonie dei popoli tradizionali relative ai diversi vegetali psicoattivi – dall’ayahuasca ai funghi allucinogeni – per comprendere come numerose culture hanno posto il vegetale psicoattivo, che offre “rivelazioni” e “illuminazioni”, al centro del proprio sistema religioso e come fulcro del proprio sistema interpretativo dei diversi aspetti della realtà e della vita (Samorini, 1995).

Nel 1987 Walter Burkert – noto studioso della cultura greca – affronta la questione dell’uso di droghe nei riti eleusini e mostra di essere a conoscenza dell’ipotesi ergotica. Ma, da quanto scrive, è evidente che non la comprende (ad esempio afferma erroneamente che nell’ergot vi sono a volte tracce di LSD) così come, più in generale, che non conosce la storia dell’uso delle droghe. In particolare, a riprova dell’improbabilità dell’uso di droghe nel Telesterion eleusino, riferisce l’esempio offerto dai libri di Carlos Castaneda, che, come è ben noto, non hanno alcuna validità antropologica. Ma il passo falso più vistoso Burkert lo compie nelle sue conclusioni, affermando che il fattore scatenante la “beatitudine” eleusina è individuabile nel banchetto ch’era posto a conclusione del rito: “Ci sono buone ragioni per sottolineare una forma più semplice e concreta di beatitudine comune che era presente in tutti i misteri antichi: il banchetto, ovvero il condividere un pasto opulento” (Burkert, 1989: 144-5). E’ sufficiente ricordare l’episodio della profanazione dei Misteri da parte di Alcibiade (si veda Il ciceone eleusino) per comprendere che ciò che era profanabile non era certo una situazione così profana quale un banchetto opulento.

Un ultimo interessante contributo alla discussione sulla psicofarmacologia eleusina è stato recentemente proposto dallo studioso sloveno Ivan Valenčič (1994). Dopo un’attenta descrizione delle più importanti teorie enteogeniche eleusine, critica l’ipotesi ergotica, puntando il dito sul fatto che non si è ancora riusciti ad ottenere una pozione sufficientemente enteogenica dall’ergot. Inoltre, accanto agli alcaloidi dell’ergot, la Claviceps paspali produce alcaloidi a nucleo indolico di tipo tremorgenico, fra cui paspalina, paspalicina e paspalinina (Cole et al., 1977; Gallagher et al., 1980) i cui sintomi principali negli animali e, forse, nell’uomo, sono tremori e convulsioni. Se questi alcaloidi tremorgenici sono solubili in acqua – afferma Valenčič – allora sarebbero stati presenti anche nel ciceone eleusino, appesantendo quindi gli effetti collaterali della bevanda. In realtà e a differenza di quanto riportato da Valenčič, non tutti questi composti indolici sono caratterizzati da attività tremorgenica, in quanto paspalina e paspalicina hanno mostrato non possederne (Cole et al., 1977: 1200). Solo la paspalinina e altri suoi due derivati ritrovati in sclerozi di C. paspali della Louisiana (con un totale dello 0.16%) possiedono significative proprietà tremorgeniche. Questi alcaloidi sono stati estratti dagli sclerozi con cloroformio, un fatto che fa dubitare della loro solubilità in acqua. Ma tutto ciò ha importanza relativa in quanto, come abbiamo visto, le spighe di Paspalum e il loro fungo parassita C. paspali non erano presenti in Grecia nell’antichità (cfr. nota 6). Valenčič conclude ritrovandosi d’accordo con Graves circa l’ipotesi della presenza di funghi psilocibinici nel ciceone eleusino. Ma non offre una critica approfondita all’ipotesi di Wasson, a tal punto da non accorgersi che l’ipotesi completa di Wasson già contempla i funghi allucinogeni come uno dei due enteogeni eleusini....segue...

Il resto lo cercate da soli...






[Modificato da sp3ranza 06/09/2017 19:40]
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