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sp3ranza 9

Ultimo Aggiornamento: 14/03/2022 00:34
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Sesso: Femminile
11/10/2017 12:33
 
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Le divine commedie dei drogati/allucinati/visionari acculturati










 





ritratto di sp3ranza



Nota: bozza da sistemare..scappo che ho da fare...


Testo riflessivo elaborato con questo commento trovato sulla rete:


Secondo voi Dante Alighieri di che cosa si faceva?
LSD?
Crack?
Cocaina?
Eroina?
Anfetamina?
Marijuana?
Popper?
e tutto il resto a presso.....
Sono proprio curioso di saperlo,cavoli!!!
deve essere stata proprio roba pesante per farsi quel bel viaggetto....addirittura ha parlato anche con Virgilio!!!
Ha visto Paolo e Francesca,il conte Ugolino,si è fatto un giretto in barca con Caronte ecc....alla faccia del mega-trip!!!!

===
Questa affermazione buffa/burlona,
putroppo contiene anche basi di verita'
anche se espressa in modo sarcastico,
satirico da presa in giro...ma sono
stati i nostri ipotetici illuminati
scirttori, a prenderci per i fondelli
con le loro demenziali storielle della creazione
dell'uomo e del mondo e delle varie divinita',
in seguito divenute storielle da sfoggio,
persuasione, da raccattaggi di simpatizzanti-lettori,
create con le droghe, che creano interesse,
assuefazione, dipendeza e rapiscono affascinano
come le droghe, come fanno anche gli artisti
moderni ed anche loro, tutti o quasi tutti
putroppo le usano perche' non sanno resistere
al richiamo di quello che le droghe/draghi
offrono all'uomo...

Sappiamo che l'oppio e le canne ed altre droghe, a quell'epoca erano
conosciute ed ancora  utilizzate dagli ipotetici artisti o
capi spirituali o politici etc...come lo sono sempre state
tante altre droghe sparse per il mondo, sa sempre usate
dagli umani per le loro illuminazioni/creazioni e
dialoghi con il di-vino degli allucinati/profeti
tutti strafatti da sempre di droghe (come infatti rivelato
da diversi studi che ne convalidano l'utilizzo da parte
di tutti i popoli e tutte le culture umane e degli altri
regni) e non penso che molto sia cambiato...

===

Dante Alighieri era narcolettico, un nuovo studio conferma la tesi

Il primo a ricercare nei versi della Divina Commedia questa patologia fu un report dell'università di Bologna. Nuove evidenze in una ricerca dell'Università di Zurigo appena pubblicata su The Lancet Neurolog
www.repubblica.it/salute/ricerca/2016/02/15/news/dante_alighieri_era_narcolettico_un_nuovo_studio-13...

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L'infernale commedia non certo divina

Non certo originale, ma scopiazzata da concetti antichi integrati, rimodellati ed impastati per formare il nuovo polpettone dove nulla e' originale putroppo, ma solo e soltanto una vera e pura commedia, opera da sfoggio della propria bravura di aver messo insieme in modo artistico, informazioni particolari gia' note ed utilizzate in molti altri contesti.

UN OTTIMO COPIATORE/PLAGIATORE/IMPASTATORE/RIMODELLATORE DI DATI ED INFORMAZIONI GIA' NOTE NELLE ALTRE SCRITTURE?

Scritta in modo da avere sostenitori da parte della chiesa, vitale alla divulgazione e successo del polpettone che ci hanno infilzato anche a scuola questo DANTE, ma non ci hanno invece insegnato a leggere/capire un poema davvero importante, copiato e ricopiato da tanti scriba del passato in modo che potesse passare attraverso le ere e giungere un girno fino a noi, e ci hanno imboccato epiche/opere non originali o politicamente corrotte dalle politiche ed alterate delle verita' che non rivelavano' ma nascondevano,   invece di studiare IL PRIMO POEMA DEGLI UMANI, O POEMA DELLA CREAZIONE per capire le nostre radici comuni nascoste in quello strano poema che tocca tutti gli umani perche' ne racchiude le comuni sorgenti dimenticate/occultate dai religiosi successivi che fecero immense distruzioni di materiale scritto, di opere d'arte, di edifici sacri/tempi, di manufatti vitali per leggere il nostro passato anche perche' quasi tutti fallici e collegati al nostro comune dio toro enki che grazie a tutte queste distruzioni cicliche del sapere precedente, gli umani fanno fatica a comprendere, a causa di mille versioni diverse della stessa storia, come fanno attualmente anche i giornalisti/informatori, tutti corrotti dal denaro/successo/fama e che ormai non informano piu' ma
fanno attivita' politica rimodellando od oscurando informazioni tramite sporche politiche di raccattaggio di consensi e di conseguenza di potere/controllo dei sistemi, cose che anche quelli prima di noi facevano su scale piu' grandi perche' il cambiar di natura e' un impresa troppo dura
per l'animale uomo, ed anche se fuori si accultura per nascondere il suo lato bestiale, dentro rimane un predatore, un parassita di altri umani e dei sistemi di cui le leggi, o religioni che erano le prime leggi/politiche degli umani, fanno fatica a controllare...

Spesso si usavano commedie/epiche/storie/leggende, non per proclamare la propria bravura, ma per contenere e tramandare dati particolari in modi diversi in questi testi scritti spesso di propagande politico /religiose, che avevano informazioni numeriche e strutturali di vario tipo,
inserite in essi, tutte collegate all'astronomia dei calendari di queste ipotetiche divinita' educatrici ma anche divoratrici degli umani da sempre, ed il tempo od astronomia e' presente in tutte le epiche umane perche' perno centrale e vitale di queste ipotetiche divinita' da cui anche esse dipendevano tramite interazione umana.

E' ovvio che come gli scriba precedenti e le ipotetiche grandi
menti degli illuminati, anche lui usava oppio/mariuiana e sicuramente
anche altre droghe per avere le sue ispirazioni/illuminazioni come
facevano gli artisti precedenti, che tramite l'assunzione di
particolari sostanze, divenivano poeti/scrittori/artisti etc...
come infatti documentato in molti testi antichi, tutto dopo
l'ingestione di queste bevande dai tanti nomi, poteri, effetti
create con diversi tipi di droghe a seconda dei luoghi e delle
piante sacre rimaste che da sempre hanno interferito con le
culture/religioni/colonie di umani e sono state le nostre
divinita' educatrici/illuminatrici/modellatrici ma anche
distruttrici/divoratrici allo stesso tempo perche' esse sono
tra i piu' potenti modellatori della terra che influiscono da
sempre su tutte le altre forme di vita creando una sorta
di ecosistema/interazione tra i diversi mondi/creature dove
una usa sfrutta l'altra e di conseguenza a sua volta viene
usata/sfruttata...anche le formiche allevano larve e le
proteggono, non perche' vogliono bene alle larve, ma perche'
producono un composto dolce per cui le formiche vanno matte,
ed addirittura proteggono le loro uova e difendono da possibili
attacchi, ed anche gli umani erano usato/protetti/curati da queste
altre forme di vita che di noi si cibavano in vari modi e
prendendo controllo del nostro dna modellando le culture,
religioni, pratiche degli umani a seconda dei luoghi,
tempi ed intelligenze umane trovate....noi servivano a loro
perche' ci richiedevano costanti e continui sacrifici umani
come infatti documentato alle basi/radici di tutti i nostri
credi e pratiche simili/parallele usate nei tempi/piramidi/ziggurats
o centri di potere/controllo di queste divinita' della terra fatte
uomo, non certo alieni/dei/dee/elfetti/salvatori etc...
Ma altre forme di vita che creavano le diverse razze di umani,
stermiandoli poi ciclicamente una volta utilizzati per i
loro scopi, che erano quelli di creare grandi gruppi di schiavi
umani, vitali per produrre le terrificanti/spettacolari opere
muratorie sopra e sotto la terra tutto tramite interazione
umana ed utilizzo del dna umano da queste altre creature
che ci parassitavano come infatti si manifesta anche su scale
piu' piccole nel mondo degli insetti, controllati da parassiti
e funghi che ne prendono il possesso, facendoli agire secondo le
necessita' del parassita e togliendo ogni capacita' propria,
perche' sotto l'influsso/potere/controllo di queste creature
parassite che alla fine, di essi si cibano dopo averle usate
e con la loro morte, rinascono a nuova vita usando il loro corpo
come una barca per muoversi da un posto all'altro e per
emergere/rinascere/resuscitare con la morte/sacrificio della
vittima addotta/parassitata etc...

Parassiti/droghe/draghi/serpenti/divinita' del genere, hanno
sicuramente toccato/contaminato anche le colonie di umani,
chiamati infatti UOMINI FORMICA tutti sotto il comando della
mente madre o dell'uomo illuminato/infetto/parassitato che
aveva il controllo mentale/spirituale sull'intero gruppo
tramite pratiche spirituali dettate da queste ipotetiche
divinita' della terra, percepite come forze/dee/dei che
offrivano grandi poteri, grandi rivelazioni, grandi ricchezze
etc...se noi li onoravamo ed agivamo ciecamente alle loro
richieste dittatoriali che richiedevano completa sottomissione
e completa obbedienza verso di loro, anche quando si chiedeva
di uccidere senza pieta' e senza scrupoli, i propri
figli/parenti/amici se solo avessero cambiato credo/Dio
o rifiutato quello emerso che distruggeva quello precedente
e tutti i relativi fedeli ciechi facendo sparire intere
colonie di umani con le ipotetiche guerre sante che di santo
non hanno mai avuto nulla e che ancora putroppo si usano senza
aver imparato nulla dal passato...

===============

Questa affermazione buffa trovata sulla rete,
putroppo contiene anche basi di verita'
anche se espressa in modo sarcastico,
satirico da presa in giro...ma sono
stati i nostri ipotetici illuminati
scirttori, a prenderci per i fondelli
con le loro demenziali storielle da sfoggio,
che create con le droghe, creano interesse,
assuefazione, dipendeza e rapiscono affascinano
come le droghe, come fanno anche gli artisti
moderni ed anche loro, tutti o quasi tutti
putroppo le usano perche' non sanno resistere
al richiamo di quello che le droghe/draghi
offrono all'uomo...

===

Dante Alighieri era narcolettico, un nuovo studio conferma la tesi

Il primo a ricercare nei versi della Divina Commedia questa patologia fu un report dell'università di Bologna. Nuove evidenze in una ricerca dell'Università di Zurigo appena pubblicata su The Lancet Neurolog
www.repubblica.it/salute/ricerca/2016/02/15/news/dante_alighieri_era_narcolettico_un_nuovo_studio-13...

 

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ritratto di sp3ranza

Copia

...fare critiche senza leggere le opere o scritti, riflette l`intelligenza ed onestà dell`interlocutore..io prima di criticare leggo senza fermarmi sulle due righe, ma leggendo tutto il contesto..leggi l`epopea della creazione che è molto più utile educativa ed originale delle commedie venute e scopiazzate dopo che imitano i viaggi di gilgamesh il drogato illuminato delle ere precedenti presente nelle tante favolette e commedie successive...il modo in cui fai critiche senza leggere o capire, non mi incentiva a leggere nessuno dei tuoi scritti, mi annulla ogni curiosità e quello che hai scritto sui commenti, lo penso anche io ed ho aggiunto che prima di fare i critici, bisogna leggere e cercare di capire quello che si finge di voler criticare..sono consapevole di scrivere male, ma ci sono persone che scrivono benissimo cretinate assurde ammazza tempo ed ammazza cervello, ma loro non ti infastidiscono perché si esprimono bene...il mondo è bello perche vario e quello che tu critichi senza leggere, potrebbe essere letto compreso ed apprezzato da altri che sanno vedere oltre le forme ed i REfusi dei quali sono la regina indiscussa e mi scuso per il mio deficit dell`attenzione che mi rende tutto difficile....

 

Commento rilasciato ad uno degli esperti del settore:

 

..http://www.daltramontoallalba.it/speciali/infernodantesco.htm

Tu al contrario dei comuni critici moderni, non ti fermi alle prime righe od all`aspetto esteriore ed illusorio di queste epiche e commedie di altri tempi quasi tutte contenenti informazioni ed allusioni astronomiche relative al culto degli astri praticato all`origige, da tutte le prime civiltà umane se non erro, e togliendo la chiave politico_religiosa usata per il componimento, come nel viaggio di Gilgamesh ed altri eroi solari, ritroviamo spesso o quasi sempre le identiche chiavi universali dell`astronomia e divisione del tempo e non penso siano tutte coincidenze....perché quella era la lingua universale conosciuta ed utilizzata come struttura portante, da tutti i popoli come sostenuto anche dal mio defunto amico Giorgio Terzoli che infatti continuò il codice degli Dei o lingua madre in seguito confusa e resa disponobile solo ad una casta superiore di regnanti guidati dai sacerdoti fin dall inizio dei tempi se non erro di nuovo e questa lingua madre fu velata ai comuni mortali ma i trodotta nei tanti miti epiche commedie sotto mentite spoglie perché dive uta forse proibita nella sua reale comprensione che l`uomo moderno, oggi con la sua intelligenza cultura e mezzi, può analizzare e confrontare con altri testi simili piu antichi....e le informazioni asronomiche erano inserite anche nel tessuto sociale, replicate ed integrate negli edifici sacri, nei simbolismi etc...Ho notato che hai fatto una analisi diversa della divina commedia, una delle tante nascosta dietro lo stampo esoterico e politico religioso usato come maschera o scudo probabilmente, per questo sapere proibito indagato anche dal nolano arso vivo dalla santa inquisizione, di cui hanno fatto sparire il libro di astronomia più importante della storia da poter usare come chiave di apertura di molti miti epiche commedie leggende antiche

ritratto di nadia cinque

La prima divina commedia creata dagli umani

In realta' una delle prime di cui ora si usano finalmente, anche altre chiavi di lettura, e le vicende terresri degli umani, venivano replicate nelle costellazioni alle quali poi davano i nomi degli eroi terreni, fissandoli cosi' nelle strutture sociali degli umani...Le figure del testo copiato, sono state omesse e questa e' solo una parte dell'interpretazione, perche' ne esiste anche un'altra del viaggio del dio/fungo/enki, (il dio duale dalle due facce/fiumi/aiutanti/colonne etc...a volte rappresentati come ali, corna, 2  animali opposti attaccati alle mammelle della bestia femminile con fallo, o divinita' tra i 2 cani,  geni alati a volte con teste falliche e con corna per alludere agli aiutanti di enki, uomini uccello, uomini pesce, 2 tori celesti con falli eretti, divenuti in seguito sacerdoti-enuchi o angeli etc...), viaggio del dio o pietra/fungo filosofale fatto uomo, attraverso l'interazione con gli umani e le sue trasformazioni, metamorfosi, rinascite,  tempo di dominio sulla terra e tra gli umani etc..ma a quello degli uomini fungo di segreto delle ere, ci arriveranno dopo..per ora stanno riscoprendo la prima chiave astronomica che e' la stessa usata anche dai successivi eroi solari che debbono affrontrae le fatiche/prove etc..vitali al dominio di queste ipotetiche divinita' attraverso le epoche ed ere degli umani da loro utilizzati per i loro tanti cicli connessi con i nostri e con la resurrezione della loro potenza occulta tramite interazione umana necessaria per creare i loro templi/piramidi/ziggurats ed edifici sacri o centri del potere occulto delle forze della terra che da sempre controllano illudono, illuminano e divorano gli umani distuggendoli ciclicamente a rotazione........

 

Gilgamesh: un viaggio attraverso lo zodiaco babilonese

Molti studiosi, nel corso dei secoli, hanno cercato di dare un’interpretazione al lungo viaggio di Gilgamesh: c’è chi lo ha definito un’iniziazione spirituale, chi una contrapposizione tra la civilità umana, rappresentata dal re babilonese, e la natura selvaggia, identificata in Enkidu, il suo inseparabile amico, e chi invece lo considera un tentativo di affrontare la problematica della mortalità dell’uomo.

Un interessante punto di vista analizza il percorso compiuto da Gilgamesh in termini astronomici, rendendolo un viaggio lungo l’eclittica, ovvero il percorso del sole, attraverso le principali costellazioni note ai tempi dei babilonesi, ma conosciute anche ai nostri giorni.

 

Gilgamesh e l’inseparabile amico Enkidu sono equiparati in alcuni scritti tardivi a Meslamta’ea e Lugal-irra, due gemelli dalla forza straordinaria, armati di possenti asce bronzee, connessi non solo alla costellazione dei Gemelli, come i Dioscuri greci, ma anche rappresentati come guardiani delle porte, similmente al Giano bifronte romano, che non per niente ha due facce uguali ed opposte.

Gilgamesh trova in effetti in Enkidu la sua controparte, l’unico in grado non solo di essergli fedele amico, ma anche di tenergli testa in combattimento, e forse non è un caso se i due si incontrano per la prima volta alle porte della città di Uruk.

 

La costellazione dei Gemelli però non è l’unica ad essere chiamata in causa in questo poema: la fanciulla formata dalle stelle della Vergine, che tiene in mano una spiga (non per niente la stella più brillante di questa costellazione si chiama proprio Spica), per i babilonesi non era altri che la grande dea Ishtar, colei che venne rifiutata da Gilgamesh e che per questo gli scatenò contro un terribile avversario, connesso a un altro dei segni dello zodiaco, ovvero il Toro celeste. La costellazione della Vergine per i sumeri aveva nome Ab.Sin, ovvero Suo padre era Sin, e la figlia del dio lunare era proprio Ishtar\Inanna.

 

Anche in questo caso, è possibile che il toro che attacca Uruk per placare le ire della dea offesa, rappresenti simbolicamente quello formato dalle stelle. Gilgamesh ed Enkidu però si dimostrano più forti, ed il primo taglia in due parti nette l’avversario. Forse non è un caso che il toro venga proprio diviso a metà; quello rappresentato dal nostro zodiaco, seguendo la figura indicataci dagli astri, è infatti formato solamente dalla metà superiore dell’animale.

 

Il pericoloso guardiano della foresta dei Cedri, Hubaba, è conosciuto anche come Humbaba o Hmba, e compare in un elenco di stelle compilato dai sumeri con il nome di mul Hmba, indicando l’astro che noi adesso denominiamo Procione. Al tempo però, questa non era annoverata nella costellazione del Cane Minore, come ai nostri giorni, bensì in quella del Cancro (che per i sumeri raffigurava invece un falegname). Non a caso, prima di venire sconfitto, Hubaba cercò di ottenere la benevolenza dei suoi nemici offrendogli in dono una gran quantità di legname pregiato, ed infine, dopo avergli tagliato la testa, Gilgamesh ed Enkidu utilizzano il legno dei cedri per costruire un’offerta al dio sole Shamash.

Dopo la morte del fedele Enkidu, Gilgamesh si ritira nel deserto, dove uccide un leone e ne indossa la pelle, proprio come farà un altro eroe greco, Ercole. Abbandonando gli sfarzosi abiti regali e rivestito solo da una pelle di leone, il sovrano babilonese si avvia dunque verso il monte Mashu, dove incontra i due uomini scorpione intenti a fare la guardia. L’interno della montagna è oscuro e Gilgamesh vaga nelle tenebre per dodici lunghe ore, prima di ritrovarsi in una magnifica radura.

 

Anche nell’astrologia moderna, il pianeta patrono del segno zodiacale dello Scorpione è Plutone, che porta il nome di una divinità strettamente connessa al mondo dell’oltretomba. Forse non è un caso se è proprio qui, dopo aver attraversato un luogo sotterraneo e tenebroso, Gilgamesh incontra Siduri, la taverniera, che ricorda molto personalità femminili come l’ostessa germanica Gertrude, che ha il compito di offrire ospitalità alle anime appena defunte. Le corrispondenze però non si fermano qui, perché, secondo le credenze mesopotamiche, la costellazione dello Scorpione si identificava con Ishkara, la dea scorpione, che nutriva le anime dei morti con il latte prodotto dalle sue numerose mammelle.

Non dobbiamo quindi stupirci più di tanto se nei pressi della costellazione dello Scorpione passa proprio la Via Lattea. Quando Siduri, la taverniera, vede per la prima volta Gilgamesh, sporco e malnutrito, ricoperto di pelli animali, lo scambia per una creatura dedita ad usanze primitive, e tra sé pensa che si tratti di un cacciatore. Quando racconta la propria storia, il re è costretto ad ammettere che, dopo aver abbandonato la civiltà, è stato costretto a ricorrere alla caccia per sfamarsi e per vestirsi. La figura del cacciatore è presente nello zodiaco sumero con il nome di Pabilsag, mentre secondo l’astrologia moderna si tratta del Sagittario, il segno che, accanto allo Scorpione, custodisce l’accesso alla Via Lattea, che per gli antichi si trattava di un enorme fiume percorso dalle anime defunte, dirette verso i reami celesti.

 

Proprio in questo contesto Siduri indica a Gilgamesh la strada per la dimora dell’immortale Utanapishtim che, come ogni aldilà che si rispetti, può essere raggiunto solo tramite l’aiuto di un traghettatore. La leggendaria isola chiamata Dilmun era famosa per la gran quantità di sorgenti di acqua limpida, certamente non così comuni nell’arido deserto dove questa storia è ambientata, ed è per questo che alcuni studiosi collegano la figura del Noè babilonese, favorito dal dio delle acque Enki, con quella dell’Acquario.

Un altro segno acquatico, il Capricorno, può essere rintracciato in questo racconto. La creatura zodiacale composta da una testa caprina ed un corpo di pesce potrebbe essere collegata al dio Enki, che si diceva comparisse ai suoi fedeli seguaci affiorando dalle onde sottoforma di uomo-pesce, ed il cui animale sacro era la capra. In alcuni bassorilievi questi due simboli si fondono in un unico animale mitico, appunto il Capricorno.

il dio Enki con i suoi simboli: la capra e il pesce

Quando Utanapishtim racconta a Gilgamesh le vicende del diluvio, si sofferma su un particolare dettaglio, affermando che il dio Enki gli ingiunse di creare un’arca che fosse esattamente alta e larga un iku. Un iku, per i sumeri, era un’unità di misura ampia 3600 metri quadrati, e prendeva o dava il nome a un altro quadrato, situato però nell’alto dei cieli, ed esattamente nella costellazione dei Pesci, nello spazio che li separa, a noi noto come Quadrato di Pegaso.

Tra i due pesci, il Quadrato di Pegaso, chiamato Iku dai sumeri

A questo punto abbiamo trovato traccia di quasi tutti i segni zodiacali all’interno del poema babilonese: Gilgamesh combatte un toro, incontra dei guardiani scorpione, parla con un saggio immortale che custodisce una fonte di acqua pura, uccide due leoni e si riveste della loro pelle, tuttavia nella sua epopea non ci sono tracce di arieti. Che gli antichi scribi abbiano dimenticato questa costellazione?

Probabilmente l’ariete non ci viene presentato direttamente perché lo abbiamo sotto gli occhi per tutto il tempo. Secondo questa interpretazione, il viaggio di Gilgamesh non sarebbe solo la ricerca, da un luogo geografico all’altro, dell’immortalità, partendo dalla città di Uruk fino alla leggendaria isola di Dilmun, ma anche un percorso simile a quello del sole, che viaggia lungo l’eclittica, incontrando uno ad uno i dodici segni zodiacali. Non a caso, il dio che più di ogni altro si fece patrono di Gilgamesh, aiutandolo in molte occasioni, è proprio Shamash, il dio solare. Il re babilonese attraversa dunque le varie tappe dell’anno, di fondamentale importanza per gli antichi, che proprio per questo non potevano ignorare il fatto che da un’età astrologica si passasse a quella successiva.

Prendendo come riferimento l’equinozio primaverile e guardando in quale segno cade di volta in volta, possiamo notare che non si tratta dello stesso periodo, ma che varia con il passare degli anni. Il fenomeno chiamato precessione degli equinozi, dovuto a uno spostamento dell’asse terrestre, fa avvenire l’equinozio sotto una costellazione differente ogni duemila anni circa, ed ogni volta in cui cambia il segno zodiacale, significa che si è avvicendata una nuova era astrologica.

 

Attualmente ci troviamo nell’era dell’Acquario, ma quando l’epopea di Gilgamesh venne ideata, si trattava del momento di passaggio tra l’età del Toro e quella dell’Ariete. Notiamo infatti come il toro celeste sia destinato a venire sconfitto proprio dal sovrano di Uruk, che incarna gli attributi del nuovo segno destinato a dominare la scena per altri duemila anni, ovvero l’Ariete.

Simbolicamente, l’ariete era associato al sole in numerose culture, basti pensare all’Amon Ra egizio, e quella sumero-babilonese non fa eccezione. Il dio ariete, in eterna lotta contro la sua nemesi taurina, era Marduk, o talvolta il suo fratello minore Nergal, noto anche per il suo compito di guardiano dell’oltretomba. Anche Gilgamesh vince sul toro e, al termine della sua vita, diverrà una divinità tutelare dei morti, tanto che gli viene persino anticipato che la sua parola sarà ascoltata proprio come quella di Nergal.

Nel corso del suo viaggio sotto la protezione di Shamash, il dio solare, Gilgamesh attraverserà le stesse tappe dell’astro lucente lungo l’eclittica, annunciando l’avvento di una nuova età, dominata non più dal Toro, ma dall’Ariete. Questa identificazione potrebbe essere avvalorata dal fatto che Nergal fosse conosciuto anche con i nomi di Erra o Errakal, il cui suono ricorda il nome di un altro eroe rivestito da una pelle di leone, che compì un lungo viaggio di espiazione, fatto di dodici prove, connesse a loro volta con i dodici segni dello zodiaco: sto parlando di Ercole o Eracle.

L’epopea di Gilgamesh non è dunque solo un’avvincente viaggio tra dèi, mostri ed eroi dell’immaginario sumero e babilonese, ma offre anche diversi piani d’interpretazione, che ci mostrano i segreti del cielo e della terra.

 

 

 


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