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le palle verdi dei vicini

Ultimo Aggiornamento: 04/09/2016 22:56
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04/09/2016 22:47
 
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Appunti vari sul carrubo, l'albero di giuda, sempreverde come le conifere...


Arabi in sicilia
Diverse leggende creano un alone di mistero su questa pianta:
La più importante leggenda legata a questo albero ha come protagonista Guglielmo II che era devotissimo alla Madonna. Infatti un girno mentre era a caccia a Monreale stanco dalle fatiche della caccia si addormento sotto un albero di carrubo. Nel sonno gli apparve la Madonna che gli disse: "Nello stesso posto dove tu stai dormendo c'è nascosto un grande tesoro: scava e quando lo trovi costruisci in questo stesso luogo un tempio"; detto questo la Madonna scomparve. Il buon re svegliatosi, ed impressionato dal sogno, chiamò i suoi uomini e ordino di sradicare il carrubo e di scavare sotto. Fatta una buca profonda apparve veramente il tesoro, tanto che il re stesso rimase sbalordito. Re Guglielmo fece chiamare i migliori architetti, i più esperti muratori e i più bravi mosaicisti "i mastri di l'oru" e subito si diede inizio ai lavori realizzando così una meraviglia architettonica il duomo di Monreale.I Siciliani furono entusiasti dell'eccezionale bellezza del duomo di Monreale, tanto da promuovere ad "imperatore" il buon re Guglielmo. (Nell'immagine: Guglielmo II offre la chiesa alla vergine.)


Un’altra leggenda vuole che sotto le fronde di quest’albero Giuda diede il bacio a Gesù segno per le guardie di quale uomo arrestare e trascinare davanti al sinedrio.
La terza vuole che Giuda si sia impiccato con una corda ai rami di quest’albero. Questa versione si carica di possibili significati allegorici: il tronco da quel giorno avrebbe assunto un andamento contorto; la fioritura improvvisa non preceduta dall’aprirsi delle foglie vorrebbe figurare le lacrime di Cristo; il colore acceso dei fiori la vergogna dell’albero o la perfidia di Giuda. Alcune versioni integrano la prima con la seconda così che Giuda tradisce Gesù sotto ai rami di un carrubo e successivamente, tornato sul luogo del peccato, s’impicca ai suoi rami.
Altre leggende relative a questo albero sono: l’albero attira i fulmini; il carrubo è la sede delle streghe; all’interno delle cavità dell’albero sono stati trovati dei tesori; le croci dei due ladroni erano fatte con il legno del carrubo.


www.casuzze.it/leggende-legate-al-carrubo.html
it.wikipedia.org/wiki/Guglielmo_II_di_Sicilia

Guglielmo II di Sicilia, detto il Buono
duomo di monreale la zisa diavoli


« E quel che vedi ne l'arco declivo,
Guglielmo fu, cui quella terra plora
che piagne Carlo e Federigo vivo:
ora conosce come s'innamora
lo ciel del giusto rege, e al sembiante
del suo fulgore il fa vedere ancora. »
(Dante, Paradiso, canto XX, linee 61-66)
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L'eredità politica, artistica e culturale

« Nel tempo, in cui quel re cristianissimo, al quale nessuno fu secondo, teneva le redini di questo regno, fra tutti i principi egli era il più grande; copioso di ogni bene, era chiaro di stirpe, bello della persona, forte, avveduto, ricchissimo. Era il fiore dei re, la corona dei principi, lo specchio dei guerrieri, il decoro dei nobiii, fiducia degli amici, terrore dei nemici, vita e forza del popolo, salvezza dei miseri, dei poveri, dei viandanti, fortezza dei lavoratori. Vigeva al suo tempo il culto della legge e della giustizia. Ciascuno nel regno era pago della sua sorte. Per ogni dove era pace e sicurezza; il viandante non temeva le insidie dei masnadieri, né il nocchiero quelle dei pirati[4] »
(Ryccardus de Sancto Germano, Chronica)

Il regno di Guglielmo fu particolarmente proficuo per le arti in Sicilia. Fra le opere avviate da Guglielmo merita una citazione il Duomo di Monreale, realizzato a cominciare dal 1174 con il beneplacito di papa Lucio III, e l'Abbazia di Santa Maria di Maniace, fortemente voluta dalla regina madre Margherita. Anche la splendida costruzione della Zisa, avviata dal predecessore Guglielmo I, fu completata sotto il suo regno. Notevoli interventi edilizi ebbe anche il Duomo di Palermo.



it.wikipedia.org/wiki/La_Zisa
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Carrube il teroso del re
www.goleminformazione.it/erbe-fitoterapia/carrube-colesterolo-diete-dimagranti.html#.V8y...
Il Carrubo è una pianta originaria del Mediterraneo. In Italia la produzione della carruba avviene a Sud, in particolare in Sicilia nella provincia di Ragusa e Siracusa. Le varietà più diffuse sono la Morescana, la Racemosa, la Saccarata, la Latinissima e la Falcata.

Le carrube hanno un gusto che richiama quello del cacao con la differenza, però, di essere più ricche di proprietà nutrienti e meno caloriche. L'assenza di sostanze psicoattive, come la caffeina e la teobromina, rende le carrube il sostituto ideale del cioccolato per chi soffre di allergie o intolleranza al cacao.

In passato si usavano i frutti di carrubo come unità di misura per l´oro e le gemme, si riteneva, infatti, che il loro peso fosse sempre costante, circa 1/5 di grammo, da cui sarebbe derivato l´attuale termine “carato”: infatti, in arabo, il seme di carrubo veniva chiamato “khirat”= carato.

Pare che la coltivazione delle carrube ebbe inizio al tempo dei Greci e venne poi intensificata ad opera degli Arabi che le esportarono in Marocco ed in Spagna. La carruba era utilizzata dagli antichi egizi come dolcificante e si ritiene che fosse l’alimento che nutrì Giovanni Battista nella sua giovinezza. La maestosità della chioma del carrubo, la sua longevità hanno fatto sorgere intorno a questo gigante della natura, specialmente in Sicilia, una serie di leggende e credenze popolari come quella che affermava che sotto tale albero si potesse rinvenire un tesoro cioè una "truvatura"; ma anche che all’interno del tronco si celasse l’abitazione di fate e streghe. Secondo un’antica leggenda greca il carrubo nacque dal corno di un toro che venne colpito da un fulmine. Un’altra leggenda narra che re Guglielmo II il Buono mentre un giorno era a caccia a Monreale, stanco, si addormentò sotto un albero di carrubo. Nel sonno gli apparve la Madonna che gli disse: "Nello stesso posto dove tu stai dormendo c'è nascosto un grande tesoro: scava e quando lo trovi costruisci in questo stesso luogo un tempio". Il re normanno, svegliatosi, chiamò i suoi uomini e ordinò di sradicare il carrubo e di scavare sotto di esso. Il tesoro c’era veramente, e il re ne rimase sbalordito. Guglielmo fece chiamare i migliori architetti, i più esperti muratori e i più bravi mosaicisti "i mastri di l’oru" e subito si diede inizio ai lavori che si conclusero realizzando quella meraviglia architettonica che è il Duomo di Monreale.
Il carrubo è noto anche come “il Pane di San Giovanni”, poiché, dice la leggenda, che il Battista si nutriva nel deserto anche del frutto di questo albero.

Da un punto di vista fitoterapico la carruba, ricca di fibre, è indicata nelle diete dimagrati e per mantenere una corretta motilità intestinale. Il consumo regolare della polvere ricavata dalla polpa del baccello secco è efficace per abbassare il livello di colesterolo nel sangue e agisce come ipoglicemizzante. La gomma di carrube svolge un'azione benefica nel trattamento del reflusso gastroesofageo. Mentre la farina di carrube, che ha la proprietà di assorbire acqua, rappresenta in certi casi un valido anti diarroico, al contrario la polpa di carruba fresca ha proprietà lassative.

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it.wikipedia.org/wiki/Duomo_di_Monreale

econdo una leggenda, Guglielmo II il Buono, succeduto al padre sul trono di Sicilia, si sarebbe addormentato sotto un carrubo, colto da stanchezza, mentre era a caccia nei boschi di Monreale. In sogno gli apparve la Madonna, a cui era molto devoto, che gli rivelò il segreto di una “truvatura” con queste parole: “Nel luogo dove stai dormendo è nascosto il più grande tesoro del mondo: dissotterralo e costruisci un tempio in mio onore”. Dette queste parole, la Vergine scomparve e Guglielmo, fiducioso della rivelazione in sogno, ordinò che si sradicasse il carrubo e gli si scavasse intorno. Con grande stupore venne scoperto un tesoro in monete d'oro che furono subito destinate alla costruzione del Duomo di Monreale, cui furono chiamati per la realizzazione maestri mosaicisti greco-bizantini (“i mastri di l'oru”) dell'interno.

Esiste un'altra leggenda che ruota attorno alla costruzione del duomo di Monreale e in questo caso viene presa in considerazione anche la cattedrale di Palermo.

Si narra rispettivamente della storia di Guglielmo il Buono, incaricato di erigere il duomo di Monreale, e del fratello Guglielmo detto il cattivo che invece avrebbe dovuto occuparsi della costruzione di quella di Palermo.

Per i due questa diventò una vera e propria sfida, con l'obiettivo di surclassare il proprio avversario.

Guglielmo il buono si concentrò più sull'abbellimento dell'aspetto interno del duomo, dotandolo di mosaico dorato, poiché lo accostava all'animo dell'essere umano, come aspetto fondamentale dell'essere piuttosto che l'aspetto esteriore.

Al contrario Guglielmo il cattivo curò maggiormente l'aspetto esterno della cattedrale di Palermo, poiché per lui la bellezza esteriore era quella che colpiva di più lo spirito delle persone.

A termine dei lavori entrambi visitarono le rispettive cattedrali restando colpiti da quello che mancava alle loro che l'altro aveva fatto e disperati prima l'uno e poi l'altro si tolsero la vita.

La costruzione del grande tempio venne avviata nel 1172 e terminò nel 1267. Esso venne concepito dapprima come chiesa dell'annessa abbazia territoriale benedettina, indipendente dalla cattedra di Palermo. Nel 1178, l'abate Guglielmo ottenne che fosse eretta l'arcidiocesi metropolitana di Monreale e la chiesa abbaziale ne divenne la cattedrale.

Nei secoli successivi alla costruzione, la cattedrale subì alcune modifiche. Nel Cinquecento, su progetto di Giovanni Domenico Gagini e Fazio Gagini, venne costruito il portico lungo il fianco sinistro, mentre quello della facciata principale fu aggiunto nel XVIII secolo. Sempre nel Cinquecento fu realizzata gran parte del pavimento interno. Nel 1811 un incendio distrusse il soffitto, che fu ricostruito tra il 1816 e il 1837. In tale occasione vennero realizzati i nuovi stalli del coro in stile neogotico.
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